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Date di San Pietro e Paolo
La festa dei Santi Pietro e Paolo ricorre nelle seguenti date:
- domenica 29 giugno 2025
- lunedì 29 giugno 2026
- martedì 29 giugno 2027
Ogni anno il 29 giugno a Roma si festeggiano San Pietro e Paolo, patroni della Città eterna.
Le origini della festività
San Pietro e Paolo sono due giudei, molto diversi tra loro per origine e formazione. Non sono i primi seguaci di Gesù ad essere arrivati nella capitale, bensì i due apostoli (termine, derivato dal greco, che significa inviati) che proprio a Roma furono uccisi per aver rivendicato il Vangelo, diventando così martiri vittime delle persecuzioni anti cristiane di Nerone.
Si dice che Pietro fu crocifisso nel 64 d.C. e che Paolo venne decapitato nel 67 d.C.. Più precisamente, Pietro fu crocifisso a testa in giù in Vaticano, Paolo invece fu decapitato nell'attuale zona delle Tre Fontane. Dai tre rimbalzi che fece il suo capo mozzato sgorgarono tre fonti e successivamente vennero edificate tre chiese.
Storicamente, è improbabile che entrambi siano stati martirizzati il 29 giugno del 67. Questa data, scelta per la festa, è in realtà legata all’antica festività romana del Quirino, che celebrava i gemelli Romolo e Remo1.
Col tempo, Pietro e Paolo furono riconosciuti come i fondatori spirituali della «nuova Roma». Nel V secolo, papa Leone Magno ricordò come gli apostoli avessero trasformato la città “da maestra dell’errore a discepola della verità. Quelli sono i santi padri tuoi e i veri pastori che ti fondarono, molto meglio e molto più felicemente di coloro per opera dei quali fu stabilita la prima fondazione delle tue mura, rammentando che Romolo aveva macchiato la nascita della città col sangue fraterno"2.
I due martiri vengono così a costituire le due colonne portanti della Chiesa: Pietro per aver ricevuto le chiavi del regno dei cieli da Cristo risorto, Paolo per essere l'apostolo dei Gentili.
Riti e tradizioni
Fino ai primi decenni del '900, il 29 giugno era una delle ricorrenze più sentite a Roma, celebrata con scampagnate fuori porta: si pranzava nelle osterie e fraschette, dove si poteva mangiare pagando solo lo scommido all'oste e portandosi da casa il fagotto.
San Pietro e San Paolo compaiono anche nei giochi tradizionali dei bambini romani dell’Ottocento. Alcuni di loro, tenendosi per mano, cantavano in coro: «San Pietro e San Paolo, opritece le porte!». Nel frattempo, una seconda coppia di bambini – scelta come «capi-gioco» – decideva in segreto due parole d’ordine: una da associare al Paradiso, l’altra all’Inferno. Poi si prendevano per mano, sollevavano le braccia a formare un arco (come un portale simbolico) e rispondevano: «Le porte stanno aperte pe’ chi ce vòle entra’!».
Oggi la celebrazione della festa patronale di Roma comincia ufficialmente la sera del 28 giugno, nella Basilica Vaticana, quando la statua di San Pietro viene vestita da pontefice.
Un’altra tradizione affonda le sue radici nel 1868, quando papa Pio IX affidò l’Abbazia a una comunità di frati Trappisti. Dopo aver bonificato la zona dalla malaria, i frati vi piantarono un’ampia distesa di eucalipti, all’epoca ritenuti efficaci nel contrastare la diffusione del morbo. Nacque così un celebre e salubre bosco, presto divenuto meta prediletta delle scampagnate dei romani, attratti dalla pace del luogo, dalla sua bellezza naturale e dalle rinomate specialità prodotte dai frati, come il cioccolato e un liquore ricavato dalle foglie di eucalipto. Una consuetudine molto amata era quella di recarsi di buon mattino all’Abbazia per gustare una rosetta – il tipico pane romano – farcita con una generosa dose di cioccolato caldo preparato dai monaci. Da allora, il 29 giugno è diventato un appuntamento irrinunciabile: andare all’Abbazia delle Tre Fontane in quella data è una tradizione che continua a vivere3.
Durante i secondi vespri, che i romani chiamano affettuosamente vesperoni, la statua bronzea di San Pietro scolpita da Arnolfo di Cambio viene solennemente vestita con gli abiti pontificali: l’amitto (un panno liturgico di lino da indossare sul capo), la stola, il piviale rosso (un ampio mantello cerimoniale), la tiara e l’anello al dito. Nel corso della celebrazione, in presenza della statua vestita, vengono benedetti i pallii, che il giorno successivo saranno consegnati dal Papa ai nuovi patriarchi, vescovi e metropoliti nominati in occasione della ricorrenza. Il pallio simboleggia il legame tra la Chiesa universale e le Chiese locali. Il rito si conclude con un gesto altamente simbolico: il Papa bacia il piede della statua, ornata per l’occasione con il piviale rosso.
Ogni 29 giugno, al tramonto si svolge anche una processione, che ha come particolarità quella di portare una reliquia di San Paolo: la sua catena composta da 14 anelli di ferro, attualmente custodita nella basilica di San Paolo Fuori le Mura (così come la catena di San Pietro è custodita in San Pietro in Vincoli, dove si possono anche ammirare la meravigliosa tomba di Giulio II° ed il Mosè, entrambe opere di Michelangelo). Dopo il tramonto la cupola della basilica di San Pietro è illuminata a giorno da decine di fiaccole, mentre sopra Castel Sant'Angelo vengono fatti esplodere i fuochi d'artificio.
Visto che il 29 era però prevalentemente dedicato a San Pietro e alle funzioni religiose, si decise di onorare San Paolo il 30 Giugno con una giornata dedicata esclusivamente alle scampagnate e ai festeggiamenti4.
Riferimenti
Maggiori informazioni sulla festa del Quirino: http://www.sapere.it/enciclopedia/Quirino+%28religione%29.html
Maggiori informazioni sulla Rosetta e il cioccolato dei Frati Trappisti: http://www.ilgiornale.it/news/cioccolato-l-oro-nero-dei-trappisti.html