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Date Capodanno
Il Capodanno ricorre nelle seguenti date:
- giovedì 1 gennaio 2026
- venerdì 1 gennaio 2027
- sabato 1 gennaio 2028
Capodanno ricorre ogni anno alla stessa data, il 1° gennaio.
Natale è appena trascorso, stiamo ancora digerendo i vari pranzi di famiglia e già ci si prepara per un'altra data importante: Capodanno, nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio.
Origini del Capodanno
Capodanno in italiano, letteralmente «il primo giorno dell’anno», è chiamato New Year’s Eve in inglese per indicare l’ultima notte dell’anno, Jour de l’An in francese per «primo giorno dell’anno», oppure passagem de ano in portoghese per «passaggio al nuovo anno». In tutto il mondo, questa festa richiama la stessa idea: il passaggio dal vecchio al nuovo.
Tutte le società umane, al ripetersi del ciclo stagionale, celebrano riti per l’inizio di un nuovo anno: si assiste così a una nuova origine del mondo, a una sorta di rinascita della natura e dell’uomo.
In realtà, questa festa – contrariamente a quanto si potrebbe pensare – è profondamente legata alla religione pagana.
Sembra che il Capodanno affondi le sue radici nella Mesopotamia: già nel II millennio a.C. i popoli della Mesopotamia credevano che l’universo fosse nato da una lotta tra il dio Marduk e la dea del caos Tiamat. Marduk ebbe la meglio, imponendo l’ordine sul caos. Ogni anno, questa impresa veniva ricordata.
Anche tra gli antichi Egizi troviamo tracce della celebrazione del Capodanno. Qui la protagonista era Hathor, dea dell’amore, della gioia, della musica e della danza. I festeggiamenti si trasformavano in vere e proprie orge, con canti e vino a concludere la giornata.
Nelle civiltà indo-iraniche, invece, la festa ruotava attorno all’uccisione di un drago da parte di un eroe divino.
Nel 191 a.C. i Romani fissarono il Capodanno al 1° gennaio. La mezzanotte divenne il momento clou dei festeggiamenti per salutare l’anno vecchio e accogliere il nuovo. Il mese di gennaio era sacro a Giano (jannuarius), il «dio di tutti gli inizi», come lo definiva Ovidio. Giano proteggeva entrate e uscite, simboleggiando l’anno che finisce e quello che inizia. Era rappresentato con due volti: uno anziano e barbuto, l’altro giovane. A lui i sacerdoti offrivano farro e una focaccia chiamata ianual, preparata con formaggio, farina, uova e olio. Lo stesso giorno, i Romani invitavano amici a pranzo e si scambiavano vasi di miele con datteri e fichi, come augurio di fortuna.
Anche in questo caso, l'inizio dell'anno nuovo assumeva un significato religioso, mescolato però a eccessi e a festeggiamenti sfrenati in onore di questa divinità romana.
Il dio celebrato alla fine dell’anno era Saturno: durante i Saturnalia di dicembre, i padroni servivano sontuosi banchetti agli schiavi. Era il periodo dei contrari: i servi facevano i padroni, le donne gli uomini, i bambini gli adulti. Semel in anno licet insanire – «una volta all’anno è lecito impazzire» – per riequilibrare l’ordine sociale nei giorni successivi.
La funzione di custode delle porte che aveva anticamente Giano si è curiosamente trasferita nella figura di San Silvestro, guarda caso santo festeggiato proprio il 31 dicembre. San Silvestro fu incoronato papa dall'imperatore Costantino. Finì il suo pontificato tra il 314 e il 335, periodo molto importante per la chiesa, perché successivo all'editto di Milano con cui l'Impero accettava la religione cristiana. Sembra poi che il Santo abbia battezzato l'imperatore Costantino, chiudendo così simbolicamente l'era pagana e aprendo la nuova era cristiana dell'Impero.
Con il Capodanno, quindi, ci troviamo di fronte a una celebrazione dall'apparenza senza connotazione religiosa, ma che invece ha dimostrato attraverso il tempo di trovare le sue origini proprio in ricorrenze religiose antichissime.
La Solennità di Maria Santissima Madre di Dio è celebrata dalla Chiesa cattolica il 1º gennaio di ogni anno, ottavo e ultimo giorno dell'Ottava di Natale1.
Riti e tradizioni
Feste sfrenate, danze e scoppi di petardi caratterizzano i festeggiamenti. Il baccano con campane e campanacci, le fiaccolate, il lancio della roba vecchia dalle finestre servono per scacciare i demoni e la mala sorte. Una delle tradizioni più antiche e particolari è quella di spaccare a terra dei cocci (piatti, bicchieri, vassoi) a mezzanotte come rito di eliminazione del male, fisico e morale, accumulatosi nell'anno trascorso. Quindi, anche i cosiddetti 'botti' di fine d'anno sono volti ad allontanare dalla vita familiare spiriti maligni che non sopportano i rumori secchi: per questo si sparano i mortaretti, che sostituiscono il frastuono di strumenti rimbombanti, suonati un tempo per lo stesso scopo. Si compie così l'espulsione rituale delle ombre, dei vampiri, dei morti pericolosi che fino alla grande festa potevano invadere la società dei viventi. In tutte le culture si ritiene che i rumori fragorosi e scoppiettanti possano allontanare i demoni. Nel Capodanno cinese botti, mortaretti e fuochi d'artificio sono l'elemento fondamentale.
Le danze sono presenti in tutte le società umane come riti che danno inizio a una nuova stagione, riportano la fertilità della terra e la fecondità degli umani. La danza infine richiama il ballo 'saltato' eseguito dai sacerdoti Salii nell'antica Roma: più alti erano i salti a suon di musica, più alto e robusto sarebbe cresciuto il grano nella bella stagione. Oggi, tra amici, nelle discoteche o nei certi ristoranti si balla tutta la serata di Capodanno con questa stessa idea di festeggiare l'arrivo dell'Anno Nuovo.
Tra i pronostici, è importante notare la prima persona che si incontra per strada. Incontrare un vecchio o un gobbo è sinonimo di fortuna e vita lunga mentre incontrare un bambino o un prete porta grande sfortuna per l'anno appena iniziato.
Un'altra credenza popolare molto in voga in tutta Italia è quella che parla delle calende: secondo questa credenza, dal tempo che farà nei primi dodici giorni dell'anno, si riuscirebbe a capire quello di tutto l'anno. Delle calende si hanno testimonianze bizantine fin dal secolo X d.C.
Molte tradizioni sono condivise a livello nazionale, nate per propiziare fortuna. È il caso delle lenticchie, accompagnate dal cotechino2: anticamente si regalavano portamonete pieni di lenticchie, augurandosi che diventassero monete d’oro. Oggi resta l’usanza di mangiarle a mezzanotte. Sarebbe stata proprio la somiglianza delle lenticchie con le monete a dettare questa usanza che si è protratta nel tempo per moltissimi anni fino ai giorni nostri. Al giorno d'oggi, non si regalano più i portamonete ma è rimasta la tradizione di mangiare le lenticchie insieme al cotechino, come buon auspicio per l'anno nuovo. Un altro elemento propiziatorio è dato dalle strenne: durante la notte di Capodanno, gruppi di giovani vanno per le strade a cantare la «strenna», con gli auguri di un felice anno nuovo e la richiesta di doni. Ricevere molti regali, accumulerà l'abbondanza per tutto l'anno. L'uso presso i romani si chiamava streniarum commercium.
Una simpatica tradizione importata in Italia dalla Spagna prevede, invece, di fare il conto alla rovescia in attesa dell'anno nuovo, ingoiando un chicco d'uva al secondo per un totale di 12 chicchi che simboleggiano i 12 mesi dell'anno. La tradizione prevede anche di intingersi il dito in un bicchiere di spumante, rigorosamente italiano, e di passarlo dietro al nostro orecchio o quello della persona a cui vogliamo augurare fortuna durante l'anno nuovo.
Che dire per finire dell'usanza di indossare intimo rigorosamente rosso la notte di Capodanno? Il rosso, oltre ad indicare amore e fortuna, è un ottimo amuleto per la fertilità sia femminile che maschile. Ma attenzione: la tradizione vuole che l'intimo utilizzato a Capodanno venga buttato via il giorno dopo.
Per sognare, viaggiare ed evadere un po' da questo periodo di freddo abitualmente intenso, parliamo di un'originalità di Capodanno: infatti, se prendiamo come riferimento il fuso orario italiano, i primi a festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo saranno gli abitanti dell'isola di Kiribati (pron. Kìribas), nella lontanissima Oceania. Questo arcipelago di 33 isole si trova proprio sulla cosiddetta linea internazionale del cambiamento di data: una linea immaginaria sulla superficie terrestre istituita nel 1884.
Riferimenti
Fonte: servizio archivio http://www.atnews.it/
Ricetta del cotechino con lenticchie: lacuochinasopraffina.com